Questo post ti piacerà moltissimo se ami capire come la scienza spiega i comportamenti. Sono consapevole che è una delizia per chi ha una componente logica importante e sono anche convinta che è di grande utilità anche a chi è meno appassionato, perché scoprirsi è sempre magico.
Hai presente quei momenti dove sei consapevole di dover prendere una decisione importante e non ci riesci?
Abbiamo già parlato in via teorica di questo argomento in un post di qualche tempo fa.
Un licenziamento, un’assunzione strategica che infastidirà i tuoi collaboratori storici, un’espansione di settore che appesantirà la produzione e metterà in crisi il marketing. La vita degli imprenditori è disseminata di decisioni difficili da prendere: per alcuni è facile, per altri è paralizzante.
In questo post ci addentriamo nella tematica dalla prospettiva neuroscientifica, ovvero basata sulle scoperte di ricercatori che studiano il cervello e le sue interazioni interne.
1. Quali parti del cervello interagiscono quando dobbiamo decidere?
Partiamo da un esempio: si rende necessario assumere un nuovo Responsabile di Produzione in un’azienda dove tutta la squadra lavora insieme da più di dieci anni.
Vediamo cosa accade nel cervello del titolare.
La corteccia motoria è collegata all’azione vera e propria e quindi deve necessariamente attivarsi.
Per agire e procedere con l’assunzione, la corteccia motoria deve ricevere l’impulso a farlo dalla corteccia prefrontale ventrale mediale, che valuta rischi e benefici e sceglie di prendere una determinata direzione.
La corteccia prefrontale ventrale mediale, per riuscire a valutare bene una situazione, riceve informazioni dai gangli della base, dall’amigdala, dalla corteccia cingolata anteriore, e dalla corteccia prefrontale dorso laterale.
Vediamo come interagiscono.
I gangli della base valutano le eventuali ricompense, vittorie, miglioramenti che ci saranno a seguito dell’assunzione.
L’amigdala si attiva perché – avendo vissuto crisi relazionali di gelosie con conseguenti arresti di produzione – teme una crisi ancora più forte.
La corteccia cingolata anteriore si attiva appena dentro di noi esiste un conflitto per aiutarci a valutare la scelta.
Infine la corteccia prefrontale dorso laterale rappresenta la memoria a breve termine e si attiva per sottolineare i KPI degli ultimi sei mesi, creando spazio per fatti recenti collegati a questa decisione.
Al termine di questo invio di informazioni, considerazioni, e sensazioni da parte di più componenti del cervello, la corteccia prefrontale ventrale mediale ha un po’ il ruolo dell’Uomo del Monte: o sì o no. Solo se vota “sì” procediamo con l’assunzione, innescando i meccanismi conseguenti.
Date tutte queste componenti spesso in contrasto tra loro, è facile capire – anche solo da un punto di vista neurologico – come possiamo paralizzarci quando dobbiamo prendere decisioni importanti. Tuttavia, proprio perché la mente umana è complessa quanto il cervello, ci sono anche due ostacoli cognitivi importanti da sapere.
2. Quali sono i due principali ostacoli alle nostre azioni?
I due ostacoli principali quando dobbiamo entrare in azione sono i condizionamenti e i bias cognitivi.
I condizionamenti sono processi di pensiero automatici che si attivano in risposta a uno stimolo.
Per esempio, se ogni volta che ho preso una decisione azzardata, ho perso tutto e mi sono dovuta ricostruire da zero, è probabile che si attivi un condizionamento inconsapevole e automatico anti-cambiamento. È possibile, con un lavoro di consapevolezza importante, imparare a riconoscere e a smontare i propri condizionamenti. Più frequentemente è utile farsi sostenere in questo lavoro, perché talvolta sono profondi e radicati in episodi passati importanti.
Il bias cognitivo in psicologia, indica un giudizio (o un pregiudizio) non necessariamente corrispondente all’evidenza, sviluppato sulla base dell’interpretazione delle informazioni in possesso, anche se non logicamente o semanticamente connesse tra loro, che porta dunque a un errore di valutazione o a mancanza di oggettività di giudizio.
I due ostacoli principali quando dobbiamo entrare in azione sono i condizionamenti e i bias cognitivi.
I bias cognitivi che ci paralizzano nello status quo e che quindi contribuiscono a una iper-stimolazione della corteccia prefrontale ventro mediale sono:
- Hindsight Bias
- Status Quo Bias
- Negative Bias
Quindi la nostra povera corteccia prefrontale ventro mediale è messa a dura prova in maniera automatica e inconsapevole. In che modo possiamo quindi prendere decisioni importanti, agire con determinazione quando tutto questo accade dentro di noi?
3. Come possiamo intervenire per sbloccare l’azione?
Quando ti senti congelato nel prendere una decisione e agire, sai cosa sta accadendo dentro di te.
Ci sono 3 cose che puoi fare in autonomia per uscire dalla sensazione di stallo:
Focalizzare il punto di arrivo, creare un contingency plan e imparare il controllo: ecco come sbloccare la tua azione in tre passi
- Metti a fuoco nel maggior dettaglio possibile il punto di arrivo.
Proseguendo con l’esempio dell’assunzione: dove vuoi arrivare con questo nuovo responsabile? Fra 2 anni cosa prevedi per il reparto di produzione? Per i tuoi clienti? Per la tua fetta di mercato? Questo lavoro tenderà a disattivare tutti i bias di valutazione del passato e ancorarti al futuro che puoi creare solo impostando il presente in maniera migliore. - Crea un contingency plan per prevenire eventuali problemi.
Disegna una mappa relazionale, traccia i vari ruoli, caratteri e peculiarità di tutta la squadra coinvolta. Identifica chi potrebbe creare problemi, comprendi quali potrebbero essere i loro bisogni e in che modo possono essere rassicurati. In questo modo lavori di prevenzione ed eviti conflitti, risentimenti e mancanza di collaborazione. - Puoi gestire con facilità solo ciò che conosci e impari a controllare.Inizia da te stesso: come ti senti? Quali sono i tuoi bias? Di cosa hai paura? Di cosa hai bisogno? Ascoltati, fai chiarezza, identifica le interferenze interne come le tue paure e i tuoi bisogni e le interferenze esterne (persone negative che ti fanno dubitare di te e dei tuoi risultati, persone timorose del cambiamento che ti dipingono uno scenario apocalittico, persone che si lamentano). Più informazioni hai, meglio riesci a pianificare e aumentare il margine di successo.
Next Step: capire la nostra complessità
Siamo una macchina meravigliosa, guidata da forze interne invisibili e potentissime, che possono portarci a grandi successi, come a rovinose cadute.
Conoscerci, studiare il nostro funzionamento, è la prima regola che dobbiamo seguire per prendere davvero coscienza dei nostri punti di forza e dei tranelli che noi stessi ci tendiamo continuamente. Tranelli che con la conoscenza e la consapevolezza, possiamo evitare e trasformare in vantaggi.
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