‘e hai una predominanza relazionale, amerai istintivamente questo articolo che ha al centro le persone e il team. Se sei più orientato all’azione o all’analisi, leggerlo potrebbe esserti addirittura più utile per superare i tuoi limiti e ottenere davvero il meglio dalla tua squadra.
Abbiamo già detto, in un precedente articolo, che tra le problematiche più sofferte dagli imprenditori, in prima linea c’è la difficoltà di trovare e ottenere buoni risultati dai propri dipendenti e collaboratori. Hai presente quando ti sembra di non riuscire proprio a trovare il candidato giusto per quel ruolo chiave in azienda? Oppure ti capita mai di pensare di dover ripetere spesso le stesse cose, di non trovare dedizione e responsabilità nelle persone che ti circondano?
Non sei il solo, ma con questo articolo voglio provare a ribaltare la tua prospettiva in proposito, facendo riferimento alle neuroscienze applicate alla delicata arte del people management.
Selezionare candidati o scegliere persone?
ssIl primo step per avere una squadra vincente è la selezione del personale.
Spesso capita di non trovare il candidato “ideale” per il ruolo scoperto nella nostra azienda e questo causa, oltre che frustrazione, una lacuna di produttività duratura e pericolosa perché il costo della non qualità molto alto. Altre volte, abbiamo un turnover elevato per un determinato ruolo, perché poco dopo aver inserito quella che sembrava la persona giusta, si ripetono le dinamiche di inefficienza, errori, indifferenza di sempre.
Facciamo un esempio pratico: stiamo cercando un Responsabile Marketing da molto tempo e abbiamo il team operativo privo di una linea guida e di un coordinatore efficace. I ruoli sono confusi, le priorità vengono meno. Senza di lui e senza le sue competenze, le decisioni sono difficili da prendere e manca la sicurezza di una misurazione dell’andamento delle attività. Insomma, si genera un vero danno economico e una sensazione di incertezza continua.
Cerchiamo un professionista con esperienza, possibilmente proveniente dal nostro stesso settore, magari che risieda nella zona geografica della nostra azienda.
Ma siamo certi di cercare nel modo giusto? Vediamo un paio di criticità che emergono:
- Ci concentriamo sulle cosiddette “hard-skill”, tecniche, legate al settore, pensando di andare sul sicuro, ma molto probabilmente non abbiamo un vero processo di selezione e inserimento, codificato e applicato step per step.
- Inoltre non stiamo rispettando la “personalità” del ruolo. Il candidato ideale non dovrà avere solo le competenze necessarie, ma anche una “personalità” coerente con il ruolo che andrà a ricoprire. Se si tratta di coordinare un team di persone, non basterà avere una personalità molto reattiva e veloce, caparbia e spregiudicata (tipica dell’intelligenza istintuale).
Il Responsabile del gruppo Marketing, avendo persone diverse da gestire, dovrà anche avere una forte dose di qualità relazionali per riuscire bene nel suo ruolo, così come la capacità di visualizzare e mappare una strategia a medio-lungo termine, tipica dell’intelligenza razionale. In essenza in un ruolo di responsabile serve una persona che abbia una buona armonia delle sue tre principali intelligenze.
Una persona felice è una persona produttiva
Se si vuole riuscire bene nella gestione del proprio team, bisogna dimenticare il vecchio adagio “tratta gli altri come vorresti essere trattato tu” e trasformarlo in “tratta gli altri come vorrebbero essere trattati loro”. Per esempio, se chiediamo tempi di reazione velocissimi a una persona di tipo razionale, con una forte propensione a dosare le proprie azioni, a valutare pro e contro di ogni decisione, a studiare il contesto, falliremo noi e renderemo scontenta lei.
Quindi “Tratta gli altri come vorrebbero essere trattati loro” è un cambio di mindset che testimonia un grado elevato di consapevolezza dell’ambiente che ci circonda e in questo caso delle persone che ci circondano. Se tu vuoi ottenere una specifica collaborazione da una persona proteggendo la relazione e la stima che la persona ha di te è necessario creare un canale di comunicazione che la persona riconosce e dentro il quale la persona si sente tutelata.
Questo contribuirà a creare un ambiente sano e collaborativo dove le persone possono essere serenamente loro stesse mentre restano produttive ed efficienti.
Una plètora di studi scientifici dimostrano che una persona felice e coinvolta è molto più produttiva di una persona scontenta o poco soddisfatta. Questo tipo di atteggiamento inizia in fase di selezione ed è mantenuto nei momenti di confronto quotidiani, il rispetto della personalità altrui deve sempre prevalere.
Tratta gli altri come vorrebbero essere trattati.
Per riprendere il nostro esempio: per il ruolo di Responsabile Marketing, si dovrà trovare una persona con una buona propensione alle relazioni, ma anche allo studio delle situazioni. Ed è uno di quei casi in cui sarà sempre meglio evitare il “tutto e subito”, la velocità a tutti i costi e l’impazienza. La forza sarà negli scambi interpersonali, nella visione d’insieme e nella strategia ad ampio raggio.
E tu in che modo riesci a creare relazioni diverse con persone diverse e soprattutto a farle sentire coinvolte e soddisfatte dei loro compiti quotidiani?
Relazioni nella quotidianità e nelle emergenze
Approfondiamo ulteriormente l’importanza di creare relazioni forti e serene esaminando due scenari: il quotidiano e le emergenze.
Nel quotidiano, per le attività di routine, è necessario condividere in modo efficace, con strumenti semplici e alla portata di tutti, le procedure da seguire. Ogni task quotidiano può essere inserito in uno schema fatto di passaggi progressivi, di piccoli flussi di azioni e reazioni. Tutto ciò che è standardizzabile, va standardizzato e organizzato, in modo da evitare dubbi e confusione. Questo tipo di approccio aiuterà moltissimo anche i nuovi arrivati, favorendone l’inserimento. Le nuove procedure sono complesse da imparare, specie se sono molte e diverse tra loro. Avere a disposizione istruzioni consultabili in qualsiasi momento dimezza i tempi di apprendimento, evita la ricerca ridondante di informazioni presso responsabili e colleghi e semplifica l’automatizzazione delle azioni.
Per quanto riguarda le emergenze, invece, è importante investire tempo ed energie nella costruzione di relazioni forti, sia verticali (con i responsabili), che orizzontali (con i colleghi diretti). Nelle situazioni impreviste, le procedure risultano inutili ed è necessario aver costruito una forte base di fiducia nel team, per poterne uscire vincenti. In questi momenti, l’errore è in agguato, perché si è più distratti e meno sicuri. Ecco perché è importante aver dato alle persone la certezza di poter chiedere aiuto, ai colleghi e ai responsabili e anche la libertà di “confessare” un errore senza timore di essere additati. L’errore è risolvibile, ma se viene nascosto per paura, le conseguenze negative crescono esponenzialmente.
Le relazioni superano i limiti delle procedure
Inoltre è sempre importante uscire dagli schemi e prevedere momenti di confronto “libero”, dove la qualità e la creatività prevalgono sui numeri e sulle procedure. Il brainstorming, il problem solving creativo, i momenti di gaming strategico sono importanti per creare rapporti forti e favorire la conoscenza profonde tra le persone.
E tu come favorisci lo scambio profondo e l’instaurarsi di fiducia reciproca tra i tuoi collaboratori?
Next Step: capire la complessità degli altri
Ti invito a fare un’auto-analisi e a rispondere sinceramente alle seguenti domande:
Quando conduco riunioni o colloqui con i miei collaboratori creo uno spazio durante il quale mi metto in silenzio, osservo e ascolto.
– quasi sempre
– a volte
– quasi mai
Quando le persone mi parlano tengo la mente libera per ascoltare ogni parola con la massima attenzione in modo da cogliere tutte le svariate sfumature che trapelano dietro le parole.
– quasi sempre
– a volte
– quasi mai
Riesco a cogliere lo stato d’animo delle persone con cui parlo e grazie a questo a migliorare la qualità della comunicazione con loro.
– quasi sempre
– a volte
– quasi mai
Se hai risposto a tutte e tre le domande “quasi sempre” bravissimo, sei evidentemente portato a tutelare la qualità della relazione. Se le tue risposte sono un mix di “a volte” e “quasi mai” ti invito a lavorare in maniera proattiva sulla tua capacità di ascolto attivo e genuino interesse.
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