Ci sono situazioni, tipi di persone, avvenimenti, che ti impediscono di ottenere il massimo, di raggiungere i tuoi obiettivi e di ottenere quindi ciò che desideri. Si parano tra te e l’obiettivo come imprevisti difficilissimi da gestire e scatenano in te comportamenti inconsapevoli che ti impediscono di controllare razionalmente la tua emotività e le tue reazioni.
Qualche esempio? Una persona maleducata e aggressiva, un’obiezione che non sai gestire e sabota un deal importante, la perdita di un incarico, un fallimento nell’acquisizione di un grande cliente. Spesso questi input (o trigger) ti portano ad assumere comportamenti inconsapevoli disadattivi che ti allontanano dal successo (con stati d’animo quali ansia, pessimismo, insicurezza, rinuncia…).
Puoi decidere di lamentarti e incolpare le persone, il mercato, il contesto, tutte dimensioni esterne, apparentemente indipendenti dalla tua volontà e fuori dal tuo controllo, lasciando così che la Vita continui a prendere il sopravvento sulla tua Volontà. Oppure puoi riconoscere la verità: hai tutto il potere di disinnescarli, affrontarli e gestirli, perché la realtà è che dipendono esattamente da te e da come reagisci alla loro pressione.
Vediamo quindi qualche consiglio per neutralizzare i comportamenti disadattivi e attivare finalmente il tuo potenziale, portandoti al massimo dei risultati che ti sei prefisso.
Cura il corpo: se sei stanco, non puoi correre!
Partiamo dalle basi, quelle fisiche.
Raggiungere un obiettivo è come scalare una montagna, piccola o grande che sia. Ti si pareranno davanti difficoltà e ostacoli emotivi a volte molto impegnativi da superare (pensa ai fallimenti, ai ritardi, agli imprevisti che tolgono sicurezza magari proprio prima di un importante appuntamento…). Come pensi di superarli senza l’energia fisica sufficiente? Proprio quando devi dare gas ti accorgi di aver terminato la riserva e la macchina si ferma. Infatti, se siamo stanchi, il corpo e il cervello sono impegnati a riconquistare un equilibrio fisico di base e le facoltà di discernimento, analisi, valutazione saranno compromesse. Quando il cervello rettile scalpita, la neocorteccia smette di funzionare.
Quindi segui tre regole basilari:
- nutriti con consapevolezza, immetti nel tuo corpo sostanze utili e sane, evita l’alimentazione eccessiva o, peggio, il trash food, che non fanno che appesantire il tuo corpo e metterlo in difficoltà. Non importa essere vegano, vegetariano, carnivoro, o appartenere a qualche filone alimentare estremista. Importa che tu impieghi tempo per nutrire il tuo corpo in maniera equilibrata, senza digiuni troppo lunghi e senza abbuffate compulsive.
- combatti la vita sedentaria: la maggior parte degli imprenditori passa la propria giornata alla scrivania o al computer e questo causa un rallentamento fisico pericolosissimo. Quando il corpo si affloscia la mente tende ad andare in comfort e a cercare alibi per giustificarsi. Trova un’ora al giorno per fare esercizio fisico, vai a correre in pausa pranzo, torna a casa in bicicletta quando puoi, fai le scale invece di prendere l’ascensore. L’ideale è inserire un’attività fisica di allenamento che ti diverte, non devi fare gare agonistiche, devi risvegliare i tuoi muscoli e innescare una cascata di ormoni benefici per il tuo corpo e, sopratutto, la tua mente.
- attenzione alla postura: allenati a una postura sana e sicura. Numerose ricerche indicano che la risposta fisiologica quando assumiamo una posizione piuttosto che un’altra è reale. Se appoggiamo le mani sui fianchi, spalle indietro, mento leggermente alzato e sguardo puntato diritto davanti a noi si mettono in circolo nel nostro sistema tutta una serie di ormoni che ci fanno sentire più capaci, più forti, più coraggiosi. Se ti interessa questo argomento vai a leggere l’impatto della power pose su stati mentali ed emotivi.
La biochimica del nostro corpo è una certezza, basta sapere come attivarla: buon cibo, buona idratazione, attività sportiva divertente e una postura sicura e maestosa.
Nutri la mente: un buon input porta ad un ottimo output
Raggiungere un obiettivo è questione di autocontrollo mentale.
Sul tuo percorso incontrerai molti ostacoli destabilizzanti, molti trigger che ti spingeranno a perdere il controllo. Per giocare d’anticipo e riconoscere queste insidie prevenendo, tramite un autocontrollo, le tue reazioni disadattive devi avere alle spalle un grande allenamento. Per aiutare la mente ad allenarsi all’autocontrollo limita o elimina tutto ciò che la trascina nella negatività perché le negatività ti rallentano e ti inibiscono.
Ti consiglio quindi di:
- nutrirti di messaggi positivi: leggi, ascolta e guarda materiali che spingano in avanti il tuo entusiasmo, la tua positività. Elimina o limita i messaggi negativi, evita il TG e limita la lettura dei quotidiani, che fanno della negatività il proprio business. Leggi libri, ascolta podcast, guarda video su argomenti che ti interessano o su tematiche di evoluzione personale da allenare.
- allontanare gli influencers negativi: allontana le persone demotivanti, quelle che tendono a vedere tutto sempre nero e a darti una prospettiva sempre negativa sulle intenzioni e sulle novità, sono letteralmente tossiche per il tuo controllo emotivo. Allontanale e se non ti è possibile farlo, riconoscile per quel che sono e impara a gestirle in modo che loro non ti affossino nella loro tossicità.
- cambiare il tuo self-talk: per 24 ore al giorno, una vocina ti parla, tra i pensieri, con continuità. Se questa voce tende a commiserarti e a lamentarsi ogni volta che qualcosa va storto, otterrai solo un calo di entusiasmo e una dispersione di energie. Prendere il controllo del self-talk e educarlo alla positività è fondamentale per affrontare i trigger emozionali durante la tua giornata.
La vita è per il 10% ciò che provi
e per il 90% come reagisci a ciò che provi”
D.M. Naddermeyer
Conosci la tua emotività per controllarla
Come si diceva, la buona riuscita dei nostri obiettivi risiede nell’autocontrollo mentale che riusciamo a raggiungere. Va da sé che il primo passo da compiere è la Conoscenza della nostra emotività e la Consapevolezza di quali sono i nostri trigger emotivi, i nostri comportamenti disadattivi e la natura stessa delle nostre emozioni.
Il tono emozionale è un concetto affascinante, che ci aiuta a comprendere con quale “frequenza” stanno vibrando le nostre emozioni in quel momento. La frequenza può essere bassa o alta, a seconda dell’emozione che stiamo provando. Per esempio, l’apatia, la tristezza, l’ansia hanno frequenze basse che portano all’inefficienza; si trasformano passando da collera, ostilità, aggressività (perché la persona da congelata si surriscalda e prende una maggiore vitalità rispetto allo stato precedente); per poi salire nelle emozioni più alte quali la logica, l’allegria, l’entusiasmo, la gioia, la pace, la serenità.
Tutti noi abbiamo un tono emozionale cronico, ovvero quello che ci viene più naturale avere automaticamente. È importante saper riconoscere la frequenza del nostro tono emozionale cronico. Ci ritroviamo in uno stato ansioso più volte al giorno? Oppure tendiamo ad arrabbiarci con più persone più volte al giorno? Oppure ci ritroviamo a sorridere e a gioire sia dei nostri bei momenti che di quelli altrui? Il lavoro sotto questo aspetto è di auto-osservarsi e capire quale sia il proprio tono emozionale cronico per poi trovare modalità di alzarlo nei momenti meno alti. Lo scopo non è di essere entusiasta il 100% del tuo tempo ma di saper riconoscere cosa influenza il tuo stato emotivo per divenirne padrone.
È fondamentale conoscere i nostri trigger emozionali, quelle situazioni che innescano in noi comportamenti controproducenti. In certi casi saranno fattori su cui abbiamo poco controllo, come incontrare un rifiuto durante una vendita a un prospect, oppure una reazione aggressiva da parte di un socio, o peggio ancora un evento catastrofico esterno. In altri casi, ci auto-procuriamo queste situazioni dannose: ci infiliamo nel traffico in ora di punta anche se potremmo evitarlo, oppure iniziamo un’importante telefonata con un grande cliente quando siamo stanchi e con l’entusiasmo basso. Conoscere quali sono i nostri momenti di debolezza ed evitarli, è la chiave per la soluzione immediata. Imparare a gestirli è la via risolutiva a lungo termine.
Sviluppare l’autocontrollo è un percorso lungo che richiede costanza e applicazione. La Consapevolezza ti permetterà di avere controllo sulla tua parte irrazionale, vedere dall’alto le tue reazioni ed essere davvero padrone di ciò che ti accade. È anche importantissimo aver sviluppato e allenato un Locus Of Control interno, che ti permetta di avere la consapevolezza di poter controllare direttamente azioni, reazioni e e mentalità.
Next Step: fermati un secondo prima di reagire
Per iniziare ad allenare il tuo autocontrollo, ti propongo piccoli esercizi di controllo delle reazioni.
L’atteggiamento “combatti-o-fuggi”, irrazionale e potenzialmente dannoso, che si innesca davanti a trigger emozionali che ci trasmettono pericolo, è inconsapevole e sfugge spesso al nostro controllo.
Si tratta dell’area del cervello rettile, la più antica e ancestrale che è in noi, che prende il sopravvento sulle aree più logiche ed evolute dle cervello e va “domata”.
Come fare?
Quando riconosci di trovarti in una situazione di difficoltà emotiva, per esempio davanti a una domanda complessa di un interlocutore importante, fermati e prendi tempo.
Non avrai bisogno di ore per riprendere il controllo di te: basterà dare il tempo al cervello logico di bloccare l’amigdala e la sua funzione di allarme.
- Quando senti che le emozioni stanno prendendo il sopravvento sulla tua reazione, fermati, respira e conta fino a cinque. Questo disperderà l’adrenalina, riportandoti in una situazione di controllo.
- Trova un diversivo, allontana l’attenzione per poco dal focus del problema, allungando i tempi di risposta.
Davanti a una domanda difficile, chiedi di dettagliare meglio, di ripetere o esprimi interesse rispetto all’argomento, prima di dare una vera risposta.
Quando sei consapevole dei trigger che destabilizzano la tua emotività, puoi davvero prendere il controllo delle tue reazioni ed evitare comportamenti anti produttivi.
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