È indiscutibile che questa strana condizione di isolamento forzato, di cambio delle abitudini, di allontanamento dalla routine che è anche comfort zone, ci getti d’improvviso “faccia a faccia” con noi stessi.
Il focus delle nostre azioni quotidiane siamo noi stessi: meno compiti da svolgere, meno scadenze, pochi rapporti umani rispetto a prima. Al centro ci siamo noi, non in relazione con il resto del mondo come siamo abituati, ma con noi stessi.
Questa è una strepitosa occasione per prendere coscienza di quanto ci conosciamo e di quanta responsabilità siamo capaci di prenderci. L’auto-conoscenza è il primo gradino verso qualsiasi tipo di cambiamento evolutivo che, nella mia esperienza, si sviluppa su tre livelli, non necessariamente in questo ordine.
Livello uno: il corpo, il nostro tempio
Non esiste reale conoscenza di sé senza conoscenza del proprio corpo: dei meccanismi che lo governano, di ciò che gli giova e ciò che gli nuoce.
Il nostro corpo – grazie ai suoi processi psico-neuro-endocrini – è fonte di energia, è la nostra casa, il nostro rifugio e un’auto-conoscenza corporea conduce a stati d’animo positivi che poi rafforzano i sistemi vitali interni (incluso il sistema immunitario).
L’attività fisica sportiva ha un impatto globale sull’auto-conoscenza corporea. Impari a sentire i muscoli e le articolazioni in movimento; impari a riconoscere i ritmi del tuo respiro; impari a percepire punti di massima tensione; cambi il tuo stato d’animo irrorando il corpo di ormoni benefici; scarichi tensioni mentali o emotive accumulate.
L’ascolto tramite il respiro è un altro veicolo di auto-conoscenza corporea. Ti siedi in silenzio, concentri la tua mente sul respiro, puoi contare le inspirazioni e le espirazioni oppure semplicemente segui l’aria che entra e che esce. Appena la mente smette di rimbalzare da una cosa a un’altra, parti dalla testa e fai finta di scansionare ogni millimetro del tuo corpo: dal cuoio capelluto alle punte dei piedi. Questo bodyscan (scansione corporea) ti permette di metterti in contatto con pelle, organi, viscere, sensazioni, percezioni e aprire un vero e proprio canale di comunicazione. Ti piacerebbe sapere che ti stai ammalando ancora prima di ritrovarti invalidata da febbre o altri malesseri? Allenati con il bodyscan e inizierai ad avere tutta una serie di segnali interiori che ti permettono di prenderti veramente cura di te in maniera preventiva.
L’alimentazione è un’altro punto cruciale. Come mangi? Quanto mangi? Cosa mangi? Chi mi conosce sa che non presto moltissima attenzione a ciò che mangio, tuttavia mi prendo la responsabilità di sapere cosa mi fa bene e cosa invece non è adatto a me.
Infine quali sono i rimedi che usi per tornare in salute, o meglio ancora restare in salute evitando la malattia? Prendi OKI come fossero noccioline oppure ti preoccupi di depurare, alcalinizzare, rafforzare il tuo corpo con prodotti e rimedi naturali? Ho iniziato con le prime depurazioni nel 2006 e devo dire che la frequenza di infezioni, influenze, o altre malattie – rispetto ai dieci anni precedenti – si è praticamente azzerata. Nota bene che io viaggiavo con una farmacia dentro la borsa fino al 2006. Capì dopo un periodo di forte malattia che dovevo smettere di ingolfare il mio corpo con medicine e andai alla radice di tutti i disturbi che mi affliggevano da sempre per eliminarli uno alla volta. Iniziando proprio da un equilibrio sonno-veglia e una buona idratazione, per curarsi.
Se ben “gestito”, il nostro corpo può diventare una fonte di serenità inesauribile, perché un corpo in salute incide fisicamente e chimicamente sulla nostra mente e quindi sulla nostra percezione della realtà.
Conoscere il proprio corpo ci permette anche di innalzare quella sensibilità che percepisce istantaneamente quando si sta andando “fuori asse”, per riportare il timone in rotta, se così si può dire.
Andare sulla luna non è poi così lontano.
Il viaggio più lontano è quello all’interno di noi stessi.
Anaïs Nin
Livello due: la mente, il nostro timone
La forza della mente è proprio quella di portarci alla conoscenza di noi stessi.
Si potrebbe dire che è attraverso la mente che possiamo attuare tutto ciò che stiamo dicendo in questo articolo: se la mente non collabora, qualsiasi programma di miglioramento va a monte.
Ma il corpo e la mente hanno meno differenze di quanto si pensi.
Anche la mente deve essere nutrita con “alimenti” positivi, tenuta pulita e sana e la si deve anche curare e coccolare.
Input positivi per output fantastici!
Per pensare positivo, osserva, ascolta e informati positivamente!
È inutile immettere nella mente solo informazioni negative e pessimistiche. Una volta presa coscienza di un problema (per esempio quello che stiamo vivendo a causa della pandemia covid-19), è importante intraprendere un linguaggio interno ed esterno positivo ed equilibrato.
La TV del dolore, le fake news, le teorie da complotto, sono cibo spazzatura per la nostra mente che inneggia alla sofferenza, alla desolata rassegnazione al male.
Guida invece la tua mente ad introdurre anche, e soprattutto, input che puntino a un “dopo” di rinascita, o a un “mentre” di miglioramento di sé stessi. Corsi online, dirette condotte da persone resilienti e propositive, libri sulla crescita personale e sulla conoscenza, webinars che aprano la mente verso nuove prospettive: questi sono gli input di cui ha bisogno la tua mente per sollevarsi.
Il tuo dialogo interno: lo conosci? Lo ami?
Che qualità diresti che ha il tuo dialogo interno?
Quella voce che guida i tuoi pensieri, con domande e risposte, con consigli e avvertimenti.
È serena? Complice? Comprensiva?
Oppure ti ammonisce continuamente? Ti colpevolizza, ti ricorda errori passati e ti scoraggia per paura di quelli futuri?
Ti capita spesso di dire a te stesso: no, questo è meglio evitare di farlo, non fa per me. Oppure: per questa cosa sono sempre stato negato, non ci provo neanche. Oppure: ecco, sempre la solita distrazione, sempre la solita testa di rapa, sono!
Si tratta di un tipo di dialogo interno disfunzionale, depotenziante, che impedisce di fare emergere le vere potenzialità. Ti tarpa le ali, insomma.
E in una situazione d’emergenza, strana e complicata, questo può essere ancora più dannoso.
Riconoscere questi meccanismi, neutralizzarli e spostarli verso un approccio migliorativo, fa tutta la differenza del mondo.
Livello tre: le emozioni, il nostro cielo
E le emozioni?
Se noi siamo al centro di questa scena, le emozioni si trovano al centro del centro della scena!
Le emozioni sono quelle realmente messe a nudo in questa situazione. Non possiamo ignorarle, non ci danno scampo, dobbiamo fronteggiarle. E se le conosciamo, possiamo farle lavorare per noi, per elevarci e sostenerci ella nostra evoluzione.
Tieni alto il tono emozionale!
La frequenza delle nostre emozioni può essere bassa o alta. L’apatia, la tristezza, l’ansia hanno frequenze basse che portano a uno stato di scarsa efficienza. Ma possiamo trasformarle, precisamente “riscaldandole” per portarle a salire nelle emozioni più alte quali la logica, l’allegria, l’entusiasmo, la gioia, la pace, la serenità.
Come scaldare le emozioni per sbloccarle? Reagendo: prendendo il controllo di sé anche con forza se necessario, rifiutando questo stato con energia (anche la collera, per esempio, è un buon traghettatore che trasforma emozioni di frequenza bassa in emozioni di frequenza media).
I trigger dannosi
Tutti noi abbiamo dei trigger, o inneschi, che scatenano in noi reazioni emotive negative. Su alcuni possiamo solo scegliere come rispondere (questa situazione d’emergenza e di riduzione della libertà ne è un classico esempio), ma altri possiamo decidere di disinnescarli.
Alzarsi al mattino e come prima cosa controllare i numeri dei bollettini della protezione civile, soprattutto in un momento in cui non sono affatto confortanti, è uno di questi trigger disinnescabili.
Alzarsi al mattino, invece, e immaginare un’attività che quel giorno, con molto tempo a nostra disposizione, ci piacerebbe fare, è un trigger attivante e motivante.
Anche se spesso sembrano incontrollabili, le emozioni sono assolutamente sotto il nostro dominio. E sotto la nostra responsabilità. I pensieri generano le emozioni che influenzano il corpo e il movimento corporeo genera sostanze biochimiche che influenza le emozioni che poi influenzano pensieri.
Next Step: Usciremo a breve (resto speranzosa)
Ribadisco un consiglio già dato il mese scorso, perché la forza che dobbiamo dimostrare e possiamo creare in noi stessi è ancora nostra responsabilità.
Ancora per poco dobbiamo restare a casa, usiamo il tempo per focalizzare pensieri, emozioni e azioni nel prepararci personalmente, professionalmente e anche all’interno dell’azienda e ripartire alla grande.
Questo lockdown ci ha insegnato che anche per sopravvivere in casa propria serve una mente lucida e un cuore forte, stai centrato in ciò che è nel tuo potere di fare e di cambiare e liberati dalle imbrigliature dei pipponi mentali invalidanti.